Sas Prendas
Sono i gioielli della tradizione sarda, che affondano le loro origini nella cultura e nella memoria storica
della mia Terra. Nel passato, gioielli ed amuleti, venivano tramandati nelle famiglie ed attraverso le
generazioni, oltre che per la preziosità dei materiali con i quali erano forgiati, anche per i molteplici
significati e simbologie, che gli venivano attribuiti.
In essi si fonde il sacro ed il profano, storia e leggenda, considerati un tramite tra l’uomo e le divinità.
Infatti, anche la loro origine è avvolta nel mistero.
La leggenda narra che i primi gioielli ed il loro significato, lo dobbiamo far risalire a quel mito, che
racconta di fate sarde, le Janas e della loro abile maestria nel tessere, alle quali se ne attribuisce la
realizzazione……..
Ma questa è un’altra storia, che vi racconterò….
Nella fantasiosa origine di questi splendidi monili, trova motivazione il potere soprannaturale,
che ad essi viene attribuito.
Sas Prendas, comprendono una vasta tipologia di oggetti, ma qui vi descriverò quelli più
legati alla tradizione del matrimonio
Tutti costituiscono un abbellimento, per i costumi folcloristici, tipici di ogni provincia sarda; infatti
in essi possiamo trovare accostati, sia gioielli di simbologia sacra, quali ad esempio i rosari in filigrana,
sia i talismani, contro la cattiva sorte od atti a preservare la salute.
Ogni monile aveva un significato diverso ed una diversa destinazione d’uso, anche se oggi per molti,
vengono utilizzati solo come gioielli. Alcuni avevano il compito d’invocare la grazia sperata o di
esorcizzare la cattiva sorte, altri gioielli erano simbolo di vincolo tra le persone.
Proprio questi ultimi appartengono ai gioielli tipici del matrimonio, il cui scambio in presenza di un
fidanzamento o della cerimonia religiosa, sanciva un'eterna promessa.
La produzione orafa, varia da provincia a provincia, così come la foggia, anch’essa molto varia e legata
alle leggende ed alle credenze popolari.
Troviamo bottoni, spille, gemelli, pendenti, catene, anelli ed amuleti vari.
I materiali sono l’oro, l’argento, rifiniti in filigrana ed ornati di corallo, conchiglie e pietre semidure.
La presenza di questi monili, nelle famiglie sarde è un ulteriore testimonianza, del senso di
appartenenza ed attaccamento alle tradizioni ed alla nostra storia. Sono una testimonianza
tangibile ed immutabile nel tempo, componente caratteriale tipica dell’essere sardi.
Riprendendo il tema del matrimonio, un posto particolare spetta al Matrimonio Selargino, nel
quale colpisce, sicuramente, la presenza di una catena costituita da grosse maglie d’argento.
Queste sono di forma tondeggiante, si ripetono per circa un metro di lunghezza.
Ad una estremità di tale catena, troviamo un gancio a forma di cuore, con il quale lo sposo
cinge la vita della sposa ed all’altra estremità, troviamo un anello che la sposa infila al dito
dello sposo.
Altri gioielli, tradizionalmente legati al matrimonio, sono gli anelli. Questi, in passato erano
permessi solo alle donne sposate oppure fidanzate e rappresentavano un patto di fede al
vincolo del matrimonio. Elemento simbolo, la “Maninfide”. Un anello particolare, formato da
due mani strette tra loro, rappresentante l’anello di fidanzamento.
La tradizione voleva che, il fidanzato ne facesse dono alla promessa sposa, ricevendone in cambio,
un coltello, con manico in corno, con finiture in ottone e finemente lavorato.
Ma il gioiello, che per eccellenza è sinonimo di matrimonio, è la Fede Sarda, ma anche questa è
un' altra storia, che vi racconterò……….
Altro monile legato al matrimonio, è la spilla chiamata “ Su Girasoli” splendido gioiello in filigrana
d’oro, a forma di girasole, con incastonato al centro un rubino od un cammeo.
Per tradizione veniva regalato dalla suocera alla nuora.
Il Bottone, in base alla zona della Sardegna, può variare per dimensione, ha forma circolare in
oro e filigrana d’oro, sormontato da un cilindretto nel quale, può essere incastonato un turchese
oppure una granata. Questa sua forma, richiama il seno materno, specialmente quello della Dea
punica Tanit, facendone simbolo di buon augurio e di fertilità.
“ SU COCCU” non è un semplice gioiello, ma un vero e proprio amuleto.
Veniva rigorosamente regalato e perché potesse essere efficace contro gli influssi negativi,
doveva essere “caricato” di preghiere. Erano le madri, le nonne o le madrine a farne dono, come
buon augurio. Questo monile è costituito da una sfera in ossidiana, una pietra alla quale, laleggenda attribuisce proprietà magiche e terapeutiche.
Altro amuleto è il gioiello con la conchiglia, chiamata Occhio di Santa Lucia. Questa è incastonata in
una cornice in argento, arricchito da filigrana. Anch’esso ha un potere magico, in grado di
scacciare la cattiva sorte e proteggere le donne durante il parto.
Avere l’opportunità, di indossare uno di questi gioielli, così unici e particolari, significa avere con se
un pezzo della nostra storia, della nostra tradizione, e della nostra Sardegna, ma li renderà davvero
speciali se saprete indossarli, con la stessa nostra fierezza e cura.
Sabina Lubelli